
Daniel effettua il primo versamento nella cassa pensioni come giovane lavoratore
Finalmente 18 anni! Daniel compie gli anni il 6 gennaio. Da poco ha iniziato il terzo anno di tirocinio come muratore presso un appaltatore edile di piccole-medie dimensioni ed è contento di guadagnare già 1’862 franchi svizzeri al mese. Tuttavia, alla fine di gennaio si rende conto di aver ricevuto un salario inferiore rispetto al mese precedente. E di certo non vuole rinunciare alla vacanza sugli sci con i suoi amici.
Meravigliato, va dal superiore, che gli dice di rivolgersi al reparto Human Resources. Il responsabile del personale gli spiega cosa significhi la deduzione: da quel momento egli paga i contributi di rischio nella previdenza professionale. Essendo un datore di lavoro generoso, l’impresa edile si accolla il 60 percento di questi contributi. Con questi vengono finanziate le prestazioni di invalidità e in caso di decesso.
Daniel è pensieroso: non aveva mai pensato di poter diventare invalido o morire prima di invecchiare. Ma ora è contento di avere una copertura.
Punto di vista del datore di lavoro
Un lavoratore paga per la prima volta i contributi di rischio nella previdenza professionale
I contributi di rischio nella previdenza professionale per i rischi di decesso e invalidità sono obbligatori dal 1° gennaio dopo il compimento del 17° anno d’età. Questo vale per tutti i lavoratori che superano la soglia di accesso di 21’510 franchi svizzeri. Voi, in quanto datori di lavoro, dovete pagare obbligatoriamente almeno il 50 percento dei contributi. Chi vuole offrire di più può aumentare per esempio la quota di contributo del datore di lavoro al 60 percento.
L’importo viene detratto direttamente dal salario e girato da voi come datori di lavoro alla cassa pensioni. La base di partenza è il salario assicurato o coordinato, secondo la definizione del salario nel piano di previdenza. Solitamente si tratta del salario annuo determinante per l’AVS meno la deduzione di coordinamento.
Come optional le aziende hanno la possibilità di scegliere un piano di previdenza «Risparmiare dall’età di 20 anni». In questo modo è possibile migliorare la previdenza per la vecchiaia dei collaboratori. Grazie all’effetto dell’interesse composto vale particolarmente la pena iniziare a risparmiare presto.
Dai 25 anni di età Daniel risparmia nella cassa pensioni pensando per tempo alla vecchiaia
Dopo la formazione Daniel continua a lavorare nella stessa azienda e, tre anni dopo, viene promosso caposquadra. Poco dopo aver compiuto 25 anni Daniel si accorge di nuovo di aver ricevuto un salario inferiore rispetto al mese precedente. Si rivolge quindi nuovamente al responsabile del personale, il quale lo informa che da ora in poi il datore di lavoro versa mensilmente nella cassa pensioni anche i contributi di risparmio mensili per la sua previdenza per la vecchiaia. Anche questa volta l’azienda si accolla il 60 percento dei contributi, mentre Daniel paga il restante 40 percento. Questo denaro gli sarà messo a disposizione al momento del pensionamento, sotto forma di capitale o di rendita. Nella maggior parte degli occupati questo avere di vecchiaia costituisce la parte principale della previdenza per la vecchiaia.
Se Daniel desidera predisporre al meglio la sua vita durante la vecchiaia, la sua azienda gli offre la possibilità di versare un contributo di risparmio maggiore. Daniel sceglie questa opzione. Durante il colloquio chiede al responsabile del personale: «Come funziona esattamente, verso sempre lo stesso importo nella previdenza professionale per tutta la vita?». Il responsabile del personale gli spiega che la percentuale nella LPP aumenta ogni dieci anni: per lui, in quanto 25enne, è pari al 7 percento, dal 55° anno di età si sale persino al 18 percento.
Daniel è interessato: ora non salta alla pagina successiva quando nel giornale trova qualche articolo che parla di «cassa pensioni». Si informa sull’argomento e in futuro vuole dire la sua in fatto di previdenza anche durante le votazioni politiche. Per ottimizzare ulteriormente la sua previdenza per la vecchiaia, Daniel apre un conto di risparmio 3a e versa ogni mese un piccolo importo in un piano di risparmio in fondi.
Informazioni importanti per il datore di lavoro
Chi desidera posizionarsi come datore di lavoro responsabile e attrattivo può farlo anche attraverso la previdenza professionale. Da un lato potete assicurare ai vostri collaboratori migliori prestazioni di rischio e per la vecchiaia attraverso il regime obbligatorio LPP. Dall’altro potete offrire ai collaboratori piani di risparmio a scelta per un risparmio di vecchiaia ampliato. In questo modo potete costruire un capitale di vecchiaia più corposo nella vostra previdenza professionale personale. Il contributo del datore di lavoro in questo caso rimane invariato, ma è possibile che il lavoratore versi un importo aggiuntivo.
In ogni caso vale la pena informare regolarmente i collaboratori: come si legge un certificato di previdenza? Quali prestazioni sono assicurate e in che modo interagiscono i tre pilastri della previdenza professionale? Per ogni lavoratore è importante avere delle conoscenze di base su questi temi.
Daniel realizza un sogno e intraprende un viaggio intorno al mondo per sei mesi
Informazioni importanti per il datore di lavoro
Dopo una riorganizzazione, Daniel non si trova più bene nella sua azienda. Decide quindi di licenziarsi
Nell’azienda di Daniel c’è un grande cambiamento: la PMI viene acquisita da un’altra proprietà e quindi la cultura aziendale cambia profondamente. Daniel non si trova più a suo agio nel nuovo ambiente. Durante le vacanze estive decide di licenziarsi e di prendersi un periodo di congedo. Si rivolge nuovamente al responsabile del personale, che gli spiega che l’avere di vecchiaia risparmiato finora deve essere versato in un istituto di libero passaggio, sotto forma di conto o di deposito. Daniel può scegliere liberamente tra i fornitori del servizio, ovvero banche, assicurazioni o gestioni patrimoniali.
Quando inizierà a lavorare in una nuova azienda, questo importo confluirà nella nuova cassa pensioni, dove il suo avere di vecchiaia ricomincerà ad accumularsi.
Durante il congedo Daniel si occupa nuovamente del tema della previdenza e decide di chiedere, durante i colloqui di presentazione, le soluzioni di cassa pensioni del possibile datore di lavoro. Daniel infatti sa che ci sono molte differenze.
Informazioni importanti per il datore di lavoro
I collaboratori in uscita devono essere informati sul fatto che voi dovete prelevare il loro avere di vecchiaia dalla cassa pensioni e versarlo in un istituto di libero passaggio, dove l’avere rimarrà depositato fino all’inizio di un nuovo lavoro. Se l’interruzione fra le due occupazioni è breve, l’avere di vecchiaia può essere anche trasferito direttamente alla cassa pensioni del nuovo datore di lavoro.
In quanto datore di lavoro responsabile dovreste informare i vostri collaboratori che durante la fase di transizione tra due lavori la copertura dei rischi in caso di decesso o invalidità è inferiore. Se l’interruzione è superiore a quattro settimane o se la persona lavora meno di otto ore alla settimana, il rischio di infortunio deve essere inserito nella polizza della cassa malati. Può essere utile anche un’ulteriore protezione per i casi di invalidità o di decesso.
Daniel trova un nuovo interessante lavoro con un salario elevato
Daniel rimane senza lavoro per poco tempo e sfrutta l’opportunità per migliorare professionalmente: trova uno splendido posto come consulente alla clientela presso un produttore di macchine da costruzione e inizia a lavorare con un salario decisamente superiore. Durante il colloquio iniziale l’esperta del personale lo informa che con il suo salario elevato ha il potenziale per effettuare versamenti nella cassa pensioni, ovvero versare importi aggiuntivi e quindi aumentare il suo avere di vecchiaia.
Daniel al momento non ha denaro in eccedenza ma si prefigge di effettuare i versamenti l’anno successivo. Ciò che gli piace maggiormente è che nel suo cantone di residenza i riscatti possono essere detratti dal reddito imponibile.